SAPERE : LA PREISTORIA (Storia #02)

 

Foto di Lucas Ludwig su Unsplash

Bentornati alle nostre ripetizioni online! Torno a condividere con voi i miei appunti di studio, nello specifico quelli di Storia. Oggi si parla di Preistoria, la quale attraversa un enorme arco temporale, tanto che gli storici l’hanno divisa in periodi. La Preistoria finì nel momento in cui venne inventata la scrittura. Questo avvenne molto tempo fa, mediamente tra il 3500 e il 3000 a.C. Da quel momento in poi, si parla di Storia. Non in tutto il mondo questo passaggio è avvenuto nella stessa epoca, perciò bisogna trattare queste date con cautela.

La Preistoria si divide in tre fasi principali:

PALEOLITICO (palaiòs = antico; lithos = pietra) che termina nel 10.000 a.C. Si tratta del periodo che vede la nascita dei primi ominidi e la loro evoluzione fino all’Homo sapiens sapiens. È il periodo in cui l’Uomo impara che può creare da solo quello che la Natura non gli offre già pronto.

MESOLITICO (mésos = mezzo; lithos = pietra) che va più o meno dal 10.000 a.C. all’8000 a.C. Gli strumenti e le armi in pietra diventano più sofisticati, dimostrando quanto siano migliorate le abilità manuali. L’Uomo comincia a imparare l’agricoltura e l’allevamento, a fianco della caccia e della raccolta.

NEOLITICO (neos = nuovo; lithos = pietra) va dalla fine del Mesolitico all’inizio della Storia vera e propria. L’Uomo impara a levigare la pietra, crea delle società con ruoli ben definiti e si affida principalmente all’agricoltura e all’allevamento piuttosto che a caccia e raccolta.

Durante la Preistoria gli Uomini crearono delle comunità, i clan, in cui ogni membro aveva dei compiti precisi per il bene comune. Bisognava procurare da mangiare per tutti, proteggersi l'un l'altro e badare ai bambini. Occorreva avere un capo che dirigesse il lavoro e i legami di famiglia erano molto importanti. I morti venivano onorati e quasi sempre anche gli animali venivano uccisi con molto rispetto, facendo diventare la caccia una sorta di sacrificio. Di solito un animale in particolare diventava il protettore del clan, il totem. Gli Uomini volevano comunicare con gli spiriti e i clan avevano una persona che lo faceva di mestiere: lo sciamano, che sapeva parlare con i morti e con la natura tramite danze, magie e pozioni. Il mondo degli spiriti era considerato molto vicino al nostro, quindi esistevano regole di comportamento precise per non farli arrabbiare. Se si infrangeva un tabù, cioè si disubbidiva a uno di questi divieti, si rischiava di essere cacciati dal clan o perfino uccisi!

Inizialmente l’Uomo si esprimeva a gesti, ma comunicava anche con dei suoni, usando la voce più per urlare che parlare. Solo più tardi nacquero i primi linguaggi veri e propri. In mancanza della scrittura, le storie venivano raccontate ai membri del clan, che a loro volta le tramandavano ai figli perché non venissero dimenticate.

I primi graffiti incisi dall’Uomo sulle rocce risalgono a più di 35.000 mila anni fa. Probabilmente avevano uno scopo artistico, ma gettarono il primo seme per la nascita della scrittura, cioè di un codice che permette di comunicare informazioni tramite segni. Il significato di quei graffiti, però, all’inizio non si esprimeva parola per parola: i disegni erano chiamati pittogrammi, avevano uno scopo narrativo e quindi potevano essere capiti da chiunque, anche da chi parlava una lingua diversa.

Gli Uomini che si erano evoluti lontano dall'Africa, in Europa e Asia, ebbero a che fare con le grandi glaciazioni, vivendo della caccia di animali come i mammuth, elefanti pelosi e giganteschi. A un certo punto, però, le glaciazioni terminarono e il clima cambiò, facendo scomparire le specie cacciate dall’Uomo o facendole migrare verso nord. L'Uomo si trovò ad affrontare un periodo difficile, in cui dovette trovare nuovi modi di sostenersi oppure migrare a sua volta nei luoghi più freddi. Le abitudini si diversificarono molto e per parecchio tempo ci furono più povertà e più fame, cosa che lo costrinse di nuovo a ingegnarsi per sopravvivere.

Forse fu per questo motivo che l’Uomo si affidò sempre di più all’agricoltura e all’allevamento (o pastorizia). Queste novità furono una rivoluzione e resero più facile avere cibo a disposizione. Questo favorì l’aumento della popolazione. Nacque la proprietà, privata o di gruppo, e con essa, le prime guerre per sottrarla ad altri o per difenderla dagli invasori. Forse anche per difendersi meglio, i clan si riunirono nei primi villaggi. Le nuove attività richiedevano una vita stanziale, cioè fissa nello stesso posto, piuttosto che nomade come una volta, quando si seguivano le mandrie per cacciare. L’Uomo inizia anche ad addomesticare alcuni animali, cioè ad abituarli a vivere in sua compagnia e badare alla loro salute per sfruttare la loro pelliccia, oppure il latte o la carne, o ancora le doti da guardia (come, ad esempio, accadde per il cane).

Verso la fine delle età della pietra, venne scoperto l’uso dei metalli per costruire strumenti ma anche oggetti di uso quotidiano. Il primo metallo a essere lavorato fu il rame e il periodo in cui ebbe maggiore successo viene chiamato Età del Rame o Calcolitica, e iniziò circa nel 6000 a.C. Verso il   3000 a.C. venne scoperto il bronzo, composto da una resistente lega di rame e stagno, mentre nel 1000 a.C., ormai nel pieno della Storia, venne lavorato per la prima volta il ferro.

I membri delle tribù iniziarono ad avere ruoli e compiti molto specifici, che portarono alla formazione di quelle che oggi chiamiamo classi sociali. C’era un Re, o un Capo, che di solito si occupava di far rispettare le regole. Poi c’erano i sacerdoti, che avevano lo stesso ruolo degli sciamani, e quelli che oggi chiamiamo nobili, cioè i membri del clan più vicini al capo e che possedevano più terra o animali.

Poi venivano gli artigiani e i contadini, che producevano tutto ciò che serviva alla vita quotidiana degli abitanti. In fondo alla scala sociale c’erano gli schiavi, di solito prigionieri di guerra oppure persone che avevano commesso un crimine o dovevano ripagare un debito con il proprio lavoro.

La società umana era pronta per lasciare la Preistoria ed entrare nella Storia.

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